La blockchain (letteralmente “catena di blocchi“) è una struttura dati condivisa e immutabile. È definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in blocchi, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile in quanto, di norma, il suo contenuto una volta scritto non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l’intera struttura.
Le tecnologie Blockchain sono incluse nella più ampia famiglia delle Distributed Ledger, ossia sistemi che si basano su un registro distribuito, che può essere letto e modificato da più nodi di una rete. Non è richiesto che i nodi coinvolti conoscano l’identità reciproca o si fidino l’un l’altro. Difatti, per garantire la coerenza tra le varie copie, l’aggiunta di un nuovo blocco è globalmente regolata da un protocollo condiviso. Una volta autorizzata l’aggiunta del nuovo blocco, ogni nodo aggiorna la propria copia privata: la natura stessa della struttura dati garantisce l’assenza di una sua manipolazione futura. Le caratteristiche che accomunano i sistemi sviluppati con le tecnologie Blockchain e Distributed Ledger sono digitalizzazione dei dati, decentralizzazione, disintermediazione, tracciabilità dei trasferimenti, trasparenza/verificabilità, immutabilità del registro e programmabilità dei trasferimenti.
Grazie a tali caratteristiche, la blockchain è considerata pertanto un’alternativa in termini di sicurezza, affidabilità, trasparenza e costi alle banche dati e ai registri gestiti in maniera centralizzata da autorità riconosciute e regolamentate (pubbliche amministrazioni, banche, assicurazioni, intermediari di pagamento, ecc.).
Ora, in relazione alle norme di proprietà intellettuale, la blockchain può essere utilizzata per creare una nuova modalità di registri pubblici di proprietà industriale (uffici nazionali di marchi e brevetti), oltre a servizi di protezione per secreti industriali e know-how. Attraverso lo strumento dello “stamping”, in questo ambito, si può fornire ai professionisti del settore una prova di anteriorità.
Ancora, nell’ambito della tutela del diritto d’autore alla Legge n.633 del 22 aprile 1941 (Legge sul diritto d’autore), la tecnologia blockchain permette già di rivendicare la paternità di un’opera tramite sua iscrizione nel registro digitale, fornendo così traccia inequivocabile di anteriorità e paternità, semplificando gli attuali processi previsti dagli ordinamenti statali e internazionali.
Le potenzialità del sistema blockchain per tali attività sono date dalla possibilità di creare un database unico e condiviso delle informazioni di copyright (rimangono comunque irrisolte delle questioni complesse legate alla pluralità dei soggetti titolari del diritto di copyright) e conseguentemente, a seguito di sfruttamento di diritti di utilizzazione economica, la possibilità di effettuare micro-pagamenti con costi di transazione quasi nulli. Per non parlare anche della più volte citata trasparenza dell’intero ciclo creativo-produttivo e della semplificazione dell’attività di crowdfunding.
Nel caso di opere d’arte, in particolare, la tecnologia blockchain consente di dotare un’opera o un bene di un frammento di codice in cui sono registrate le informazioni relative all’autore, data di creazione, descrizione etc. nonché i dati relativi alle licenze di uso, rendendo in tal modo quanto meno ardua la contraffazione dell’opera e la conseguente perdita di valore economico della stessa.
Sono allo studio applicazioni con QR- Code. Infatti, ai sistemi che generano la certificazione di autenticità con tecnologia blockchain e che operano su opere create digitalmente, si affiancano le piattaforme che certificano l’autenticità delle opere d’arte realizzate con media tradizionali attribuendo un QR-Code sulle medesime e sul documento che ne certifica l’autenticità. Così operando, gli artisti, i galleristi e i collezionisti (potenzialmente tutti gli operatori del settore) che utilizzano la tecnologia, se autenticati, potranno richiedere l’attribuzione e apposizione sull’opera del suddetto codice che apparirà in tutti i successivi trasferimenti.
La tecnologia blockchain, pertanto, potrebbe aprire le porte della proprietà intellettuale anche a coloro che non dispongono di ingenti risorse e che accederebbero, così, anche ai benefici fiscali connessi, come il patentbox.